Introduzione


Nelle precedenti sezioni, abbiamo visto com'è possibile moltiplicare le nostre piante mediante alcune tecniche tra le quali la riproduzione per talea, margotta e la semina.
Oltre a questi metodi convenzionali, esiste una valida ed affascinante alternativa: la coltivazione in vitro o micropropagazione.
Questa tecnica permette di riprodurre piante partendo da talee o da semplici semi, che saranno coltivati in piccoli vasetti completamente asettici e dove sarà possibile controllarne la nutrizione.
Molteplici sono i vantaggi che si ottengono utilizzando questo metodo di coltivazione: in primo luogo la possibilità di riprodurre una notevole quantità di esemplari risanati da pericolosi virus e batteri.
Non per ultimo il fatto di accelerare notevolmente i tempi di germinazione e di crescita delle nuove plantule.
Esiste però una peculiarità per nulla irrilevante: le piante che saranno riprodotte con questa tecnica, saranno perfettamente identiche alla madre, quindi nel caso in cui questa abbia subito per qualche ragione mutazioni genetiche, le nuove piante ne erediteranno fedelmente le caratteristiche.
Nonostante sia teoricamente una tecnica relativamente semplice da attuare, il fatto di ottenere buoni successi a livello pratico dipende esclusivamente da un unico ed importante requisito: la sterilità... è questa la causa principale che rende alta la percentuale di insuccessi.
L'ambiente in cui andremo ad operare, dovrà risultare rigorosamente sterile e privo di microrganismi e/o batteri, così come dovrà essere fondamentale la sterilizzazione delle talee e/o dei semi, per evitare che i batteri presenti sulle loro superfici ne impedisca il corretto sviluppo.
Anche gli strumenti che saranno utilizzati (pinzette, forbici vasetti ecc) dovranno essere perfettamente puliti da spore e impurità varie e non per ultimo il terreno di coltura che oltre ad essere sottoposto a sua volta a specifici processi di sterilizzazione, dovrà contenere giuste dosi di sostanze nutritive quali zuccheri, vitamine e tracce di ormoni vegetali.